Esportare in Arabia Saudita rappresenta un’occasione d’oro per le aziende italiane desiderose di ampliare il proprio mercato. I legami commerciali tra Italia e Arabia Saudita stanno infatti crescendo e consolidandosi, aprendo la strada a nuove e fruttuose collaborazioni.
L’Italia ha in cantiere un ambizioso partnernariato strategico con l’Arabia Saudita, simile a quello stabilito con gli Emirati Arabi Uniti. Questo accordo abbraccia settori chiave come l’energia rinnovabile, il digitale e lo spazio, sfruttando anche le opportunità di investimento della Saudi Vision 2030. Quest’ultima mira a trasformare l’economia saudita, riducendo la dipendenza dagli idrocarburi e promuovendo un’economia basata sui servizi, la tecnologia e la conoscenza. Al centro di questa visione ci sono il turismo, le start-up e le PMI, in settori a elevato valore aggiunto.
Grazie alla Vision 2030, l’Arabia Saudita sta vivendo una vera rivoluzione economica. Tra i vantaggi ci sono lo sviluppo di filiere produttive locali, grandi progetti infrastrutturali e una popolazione giovane e in crescita. A tutto questo si aggiunge un ambiente imprenditoriale favorevole, agevolazioni fiscali e una serie di incentivi che rendono il paese una destinazione attraente per le aziende italiane in cerca di nuove partnership e opportunità di crescita internazionale.
Nel 2023, le esportazioni italiane verso l’Arabia Saudita sono aumentate del 19%, raggiungendo un valore di 4,9 miliardi di euro. Questo dato testimonia la crescente importanza del mercato saudita per i prodotti italiani, che stanno guadagnando sempre più spazio rispetto a quelli di altri fornitori europei. L’Italia si colloca infatti al secondo posto, preceduta solo dalla Germania, ma davanti a giganti come Regno Unito, Francia e Spagna.
L’Arabia Saudita, membro del G20 e collocata in una posizione geografica strategica tra Europa, Asia e Africa, è una porta d’accesso privilegiata a questi mercati. L’export italiano verso questo paese è diversificato, comprendendo settori come chimico-farmaceutico, mobili, moda e agroalimentare. Tuttavia, sono i macchinari, i trasporti e le apparecchiature elettriche e medicali a rappresentare quasi il 50% delle esportazioni.
L’aumento degli investimenti infrastrutturali legati ai mega-progetti della Vision 2030 e la costante crescita demografica del paese (oltre il 2% annuo, con una popolazione che ha superato i 36 milioni di abitanti) fanno presagire ulteriori opportunità per le aziende italiane. I settori delle costruzioni e del design, in particolare, sono destinati a crescere, insieme al comparto sanitario, dove si prevede un aumento della domanda di prodotti farmaceutici e apparecchiature medicali. Anche la moda italiana continua a mantenere una posizione di leadership, soprattutto tra i giovani consumatori sauditi.
Il contesto imprenditoriale saudita è in continua evoluzione, con riforme che facilitano il business e attraggono investimenti stranieri. Tra i vantaggi principali per le imprese troviamo l’assenza di tasse sul reddito personale, un’aliquota d’imposta sulle società del 20%, un’IVA del 15% e numerosi accordi per evitare la doppia imposizione fiscale, inclusi quelli con l’Italia.
Per esportare in Arabia Saudita, le aziende devono conformarsi a specifici requisiti e ottenere le necessarie certificazioni. Dal 2019, il Certificato di Conformità è stato sostituito dal Certificato di Valutazione della Conformità SABER, nell’ambito del programma SALEEM. Questo sistema, gestito dalla Saudi Standards, Metrology and Quality Organization (SASO), è progettato per semplificare le procedure di importazione e garantire che i prodotti rispettino gli standard sauditi.
Il processo prevede due certificati principali:
1. Product Certificate of Conformity (PCoC): Certificato di conformità del prodotto, con validità di un anno.
2. Shipment Certificate of Conformity (SCoC): Certificato di conformità della spedizione, valido per ogni singolo invio.
Per ottenere il PCoC, l’importatore deve registrare il prodotto sulla piattaforma SABER, fornire le informazioni necessarie, scegliere un Ente Certificatore accreditato, e infine pagare le relative tariffe. Una volta rilasciato il PCoC, si può procedere con l’ottenimento dello SCoC per ogni spedizione, verificando la validità del certificato del prodotto.
Altre Considerazioni
Oltre alla conformità, dal 2020 tutte le merci esportate devono avere un codice a barre sull’imballaggio. Questo codice a 13 cifre deve essere chiaramente visibile e scansionabile, contribuendo così a facilitarne la tracciabilità e la gestione logistica.
In conclusione, con una strategia ben pianificata, le aziende italiane possono sfruttare appieno le potenzialità del mercato saudita, in un contesto dinamico e ricco di opportunità commerciali e di investimento. Grazie al rafforzamento delle relazioni bilaterali, l’export italiano è destinato a crescere ulteriormente, portando benefici significativi alle imprese che decidono di cogliere questa opportunità.
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